Gran clamore ha suscitato l’infelice critica del presidente del consiglio al Manifesto di Ventotene tra coloro che millantano l’eredità del pensiero socialista, riformista e democratico del dopoguerra. Critica infelice perché basata sulla estrapolazione di alcune affermazioni, ignorando volutamente il messaggio politico del documento. Quindi una azione “ad effetto” oltretutto di basso profilo intellettuale. Ma oggi in politica è così.
Così un documento che propone una Europa federale, sociale, democratica, solidale e pacifista viene presentato come una proposta ricalcata sul modello sovietico e liquidata come tale.
Ma la cosa più stupefacente è che i maggiori lai vengono proprio da coloro che hanno sposato l’idea di una Europa neoliberista e guerrafondaia (l’Europa di Soros).
Cos’ha da vedere la manifestazione dei 30 mila a Roma col progetto di Ventotene? Cos’ha in comune l’Europa di Bruxel con l’Europa di Ventotene? NULLA o quasi.
Ma se l’infelice uscita della Meloni non stupisce più di tanto in quanto, rimangiandosi i suoi trascorsi nella destra sociale, oggi si propone alfiere del neoliberismo; stupisce invece la reazione dei discepoli di Soros fautori del cd pensiero politicamente corretto che, quando hanno governato, non si sono distinti sui fondamentali dall’attuale. E’ appropriazione indebita.